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© Renzo Bertasi

Renzo Bertasi

Superamenti e visioni

FOTOGRAMMI "SENSIBILI"

Un tempo, non troppi decenni fa, si dibatteva sulla purezza della fotografia, arrivando a storcere il naso persino sui tagli realizzati dall'autore stesso, tanto che molti stampavano l'intero fotogramma comprensivo dei fori di trascinamento della pellicola! Assurdità.

In campo fotografico non vi è nulla di oggettivo, neppure l'obiettivo, appunto, che deforma, allontana, avvicina, distorce a seconda della scelta operata dal fotografo, che agisce inoltre su esposizione, diaframma, sensibilità della pellicola, tempi di sviluppo, tipo di carta... e tutto per dare vita al "grande inganno", vale a dire riprodurre la realtà tridimensionale su di una superficie bidimensionale!

Poi venne il tempo delle diatribe sul mezzo tecnico, con divisioni degne delle più esacerbate tifoserie calcistiche. Infine la rivoluzione copernicana del "digitale", osteggiato da molti se non come la peste nera, come la fine della fotografia comunemente intesa.

In tutto ciò Renzo Bertasi ha mantenuto il suo sorriso serafico, avendo ben chiara non solo la sua idea di fotografia, ma di arte in generale.

Un'idea senza preclusioni, senza steccati, senza luoghi comuni. Nel suo cocktail di forme espressive, nel suo frullato di pittura, cinema, teatro, musica, letteratura e, ovviamente, fotografia avvertiamo il primato dell'intelligenza umana sui mezzi espressivi, dell'idea sul risultato finale.

Dovremmo considerare meno efficace e simbolico il bacio di Doisneau sapendo che la foto non fu "rubata" per strada ma progettata e interpretata da attori? O dovremmo considerare le immagini struggenti dello sbarco in Normandia di Capa meno iconiche, ammesso e non concesso che si tratti di una manipolazione?

Di certo a Bertasi il fotogramma va stretto e già da tempo ha provveduto a praticarvi dei tagli di Fontaniana memoria con le sue Rayografie, dove si spinge al di là del visibile per mostrarci l'essenza, l'anima di fiori e ortaggi, tradotti in disegni fantasmatici. Ma è in quest'ultimo lavoro, "superamenti - visioni" che l'autore raggiunge il totale affrancamento da un'idea limitante della fotografia.

Infatti per descrivere queste immagini dobbiamo fare ricorso ad altri contesti artistici: "atmosfere felliniane", "immagini surreali", "performance provocatorie", "miscellanea", "realtà romanzata", "sintonie poetiche" ecc. Si tratta da un lato dei SUPERAMENTI delle idee preconcette, ma anche delle VISIONI, delle inquietudini che animano la sensibilità multiforme di Bertasi e si manifestano come flash, come lampi accecanti nel buio, che l'artista cattura per poi dar loro vita attraverso un paziente lavoro di regia e scenografia, con la complicità di un gruppo di attori di straordinaria versatilità.

Ecco che attraverso le opere di Bertasi la fotografia, nata per riprodurre la realtà, si eleva a strumento di indagine psicologica, dando corpo al sogno, all'inconscio, alla poesia, sforando i limiti del consueto, triturando impunemente l'idea limitante delle unità di tempo, di spazio e d'azione, creando immagini acroniche, luoghi ipotetici e rappresentazioni "aperte" a più chiavi interpretative e a diversi sviluppi della trama.

Giugno 2023.                                                                                                                      

Carlo Micheli

© Renzo Bertasi